Calendario dell'anno 2011

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Nota bene:

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Il mese ignaziano

Un'esperienza unica. Così è possibile definire l'itinerario in interiore homine che S.Ignazio di Lojola propone nei suoi Esercizi Spirituali (ES) e che anche il seminarista Massimo Davide Redaelli, il sottoscritto e altri due compagni di viaggio abbiamo percorso quest'estate nella tranquilla cittadina svizzera di Grolley, nel cantone di Friburgo. Più gli anni passano, più approfondiamo gli ES, più ci accorgiamo del grande dono che il Signore ci ha fatto (anche nel metodo dei cinque giorni che noi "dettiamo"). La grazia di Dio, attraverso la mediazione della Vergine Maria, unita alla libera volontà del santo spagnolo hanno generato questo piccolo libretto denso di sapienza e di unzione spirituale che non è un libro da leggere, si rimarrebbe forse delusi, ma è un libro da fare. Trenta giorni attraverso i quali si può incontrare Colui che per me (dice Ignazio) si è fatto uomo, ha patito, è morto sulla croce ed è risorto: un rapporto personale nel quale la figura di Cristo è dominante, dove si impara a gustare interiormente una presenza amorevole, si sperimenta l'amore di Dio e si conosce meglio se stessi. Un itinerario di conoscenza, amore e sequela di Colui che ha strappato Ignazio dal futile per condurlo al Necessario, dal relativo all'Assoluto. Un percorso per cercare e trovare la volontà di Dio nell'organizzazione della propria vita (21). Un cammino di discernimento spirituale, di preghiera, di conoscenza di Dio e di sé, di fortificazione delle proprie facoltà spirituali. In una parola: di profonda conversione. La condizione è aprire il proprio cuore ed essere docili allo Spirito Santo, vera guida degli ES e unico Direttore e Maestro. Occorre, cioè, entrare negli ES con grande coraggio e liberalità (5). Ignazio comincia il nuovo itinerario, che lo condurrà alle vette della mistica, nel suo castello di Lojola dopo il ferimento ad una gamba nella guerra contro i francesi. Durante la convalescenza legge la Vita di Cristo del certosino Ludolfo di Sassonia e La leggenda aurea di Giacomo da Varazze. Pensieri e sentimenti lo incalzano: " E se facessi ciò che ha fatto san Francesco? E quello che ha fatto San Domenico? ". Questi pensieri gli procuravano una gioia duratura, a differenza di quelli mondani che gli procuravano una gioia effimera, che poi lasciava il posto al vuoto. Siamo nell'anno del Signore 1522. A marzo, dopo la convalescenza, va al santuario di Monserrat. Fa la confessione generale, e per prepararla ci impiega tre giorni. A Monserrat, siamo in Spagna, farà la veglia d'armi: tutta una notte in piedi o in ginocchio in onore di Maria, come un buon cavaliere farebbe per la sua dama. Quindi va a Manresa fino al febbraio del 1523. In questo tempo medita tutta la vita di Gesù, prega tantissimo e fa mortificazioni asprissime. Alla fine la luce dello Spirito lo conduce ad un equilibrio nella vita spirituale e nella mortificazione, arricchito di grande esperienza nel discernimento interiore della propria anima, arte in cui diventerà maestro anticipando di secoli tante acquisizioni della moderna psicologia. La finezza interiore delle sue Regole, in questo campo, si unisce ad una conoscenza profonda dell'uomo e all'esperienza reale di Dio. Ma anche del Nemico, l'Avversario, Satana , che vuole deviarci con le sue trame. Vince gli scrupoli, dà al sonno il giusto tempo, tratta meno duramente il proprio corpo, trova la pace. Qui a Manresa comincia ad elaborare più dettagliatamente gli ES, fino alle esperienze mistiche sul fiume Cardoner, dove Dio illuminò gli occhi dell'intelletto di Ignazio e gli diede un vivo sentimento del mistero cristiano comunicandogli la sostanza degli ES. Dicono le fonti che " il suo intelletto fu talmente illuminato che egli sembrava un altro uomo e con un altro intelletto " e " fu come se avesse visto o i motivi o le cause di tutte le cose ". Siamo nell'agosto del 1522. Da qui fino al 1548, anno dell'approvazione degli ES da parte del Papa Paolo III con il Breve Pastoralis Officii , il santo spagnolo opera un lavoro di redazione, di sistemazione del materiale già scritto, incrementato dall'esperienza acquisita nel dare gli ES ai primi discepoli come Francesco Saverio, Pietro Favre e Giacomo Laynez. Gli ES sono divisi in quattro settimane: la prima settimana è la cosiddetta via purgativa o purificazione dell'anima ( deformata reformare ). L'uomo, su istigazione di Satana, compie il peccato che è un volgersi alle creature e un allontanarsi da Dio , unico vero Bene. L'uomo vuole diventare Dio senza la Grazia, cerca la propria realizzazione unicamente con la forza del suo orgoglio, con la sua autosufficienza. Ma Dio Padre non l'abbandona e con il dono del Figlio Unigenito, grazie al Sì di Maria sulla quale scende in pienezza lo Spirito Santo, perdona l'uomo e dona a lui la possibilità di tornare a casa . L'uomo, così, sperimenta la misericordia di Dio, si apre alla conversione, all'abbandono del peccato, all'abbandono di una vita falsata e ingannevole, nella quale ha buon gioco il nemico della natura umana . Ignazio conduce l'esercitante a rendersi conto dell'abisso del male umano e satanico e dell'abisso dell'amore di Dio. La seconda settimana corrisponde alla via illuminativa ( reformata conformare ) . Colui che ci salva e redime, Colui che è il principio e fondamento della nostra vita si concretizza in una Persona: Gesù Cristo, che va conosciuto, amato e seguito. Per me , dirà Ignazio, il Verbo eterno si incarna, patisce e muore. Vale la pena meditare i misteri della vita di Cristo per gustare interiormente la sua Parola e la sua Presenza. Vale la pena seguire questo Re eterno a cui Ignazio si offre interamente (e invita l'esercitante a farlo). Questo è il fine della seconda settimana che ci deve portare a cambiamenti concreti, a risoluzioni per la nostra vita affinché la sequela Christi non rimanga nel vago. La terza e la quarta settimana corrispondono alla via unitiva ( conformata confirmare e confirmata transformare ): l'esercitante percorre con Ignazio l'aspra via della passione, della morte, dell'abiezione del Figlio di Dio per amore nostro. Sempre più parco di parole, rispetto all'inizio dell'itinerario, Ignazio vuole che sperimentiamo quanto Dio ci ha amato contemplando le ultime ore della sua vita terrena in ogni dettaglio e soprattutto guardando la sua Croce, provocando in noi dolore per il dolore di Cristo. Le parole servono sempre meno, si deve contemplare il Signore e amarlo con i fatti. Cattedra dal più alto insegnamento, la Croce è il punto d'arrivo della penultima settimana che sfocia nella quarta, dove si contemplano i misteri della Gloria, la Resurrezione di Gesù, l'Ascensione e la Pentecoste, e dove Ignazio invita a chiedere la grazia della gioia immensa della vittoria di Cristo sulla morte: " chi vuol venire con me, deve lavorare con me perché, seguendomi nella sofferenza, mi segua anche nella gloria " (95). Finalmente arriviamo alla vetta degli ES, la contemplazione per ottenere l'amore. Qui è giusto tacere. Cammino stringente ed entusiasmante, che abbiamo fatto nel silenzio della natura e con l'accoglienza premurosa dei Cooperatori Parrocchiali di Cristo Re (fondati dal padre Francesco da Paola Vallet, pedina fondamentale nell'elaborazione del metodo dei cinque giorni che noi pratichiamo. La guida del mese era padre Giuseppe Maria Cueto che ringraziamo di cuore), gli Esercizi sono uno strumento tra i più qualificati per la Nuova Evangelizzazione. La Chiesa li propone ancora, dopo cinquecento anni, e schiere di santi ne hanno gustato la bellezza. Non resta che farli e invitarvi i nostri amici. Dimostreremo di volergli bene.

Don Giovanni Poggiali.

 

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Breve introduzione all'itinerario degli Esercizi di S.Ignazio

Introduzione

"Non c'é rinnovamento, anche sociale, che non parta dalla contemplazione". Questa è la sostanza del discorso che il Santo Padre Giovanni Paolo II tenne ai partecipanti della 18ª Assemblea della Federazione Italiana degli Esercizi Spirituali (FIES) il 19 febbraio 1996. Sempre in quel discorso il Papa disse: "Tra gli altri (metodi di ES) non posso non ricordare quello di S.Ignazio di Lojola, che il mio predecessore, il Servo di Dio Paolo VI, ha indicato come il " paradigma meraviglioso e magistrale " (cfr. Discorso alla Prima assemblea Nazionale FIES , 29 dicembre 1965) e che, come ha scritto il Papa Pio XI nell'Enciclica Mens Nostra, "si affermò e impose.... quale il più sapiente e universale codice di governo spirituale delle anime, quale sorgente inesauribile della pietà più profonda a un tempo e più solida, quale stimolo irresistibile e guida sicurissima alla conversione e alla più alta spiritualità e perfezione"" (AAS,XXI [1929], 703). Il magistero della Chiesa dal 1548, anno della approvazione degli esercizi ignaziani (da ora ES) da parte di Paolo III, fino ad oggi è intervenuto più di seicento volte per elogiare e raccomandare questo metodo. Questa continuità segnala gli ES come un mezzo universale e forte in grado di far trovare a chiunque la propria spiritualità e di riportare tutti alla sorgente del Vangelo. Una schiera di santi ha attinto alla spiritualità degli ES ignaziani: vescovi come s.Carlo Borromeo e s.Francesco di Sales; apostoli come s.Vincenzo de' Paoli, il francescano s.Leonardo da Porto Maurizio, s.Giovanni Bosco, s.Giuseppe Cafasso, il Venerabile Pio Bruno Lanteri precursore del movimento cattolico, s.Teresa d'Avila e s.Teresina ecc. Questo indica che gli ultimi quattro secoli della chiesa sono stati profondamente segnati da questo piccolo libro che Ignazio scrisse nella grotta di Manresa dopo una intera notte di veglia passata a pregare la Madre di Gesù.

Contenuto

Gli ES sono divisi in quattro settimane per la durata dunque di un mese. Ignazio "dettava" gli ES per un mese anche ad una sola persona: è successo così con s.Francesco Saverio. La prima settimana è incentrata sul peccato. L'uomo è creato per unirsi a Dio nella gioia eterna ma questa salvezza è ostacolata dall'uomo con atti contrari alla legge di Dio e quindi al Suo amore. Il peccato degli Angeli, il peccato originale dei progenitori e quello dell'uomo di sempre hanno distrutto le relazioni fondametali dell'essere umano con Dio, con gli altri uomini, con la natura e con sé stesso (cf. Esortazione Apostolica Reconciliatio et Paenitentia di Giovanni Paolo II, 2 dicembre 1984). E' un'offesa a Dio e perciò radicale alienazione dell'uomo. Oggi è più che mai necessaria la catechesi sul peccato, in quanto l'uomo non ne riconosce più il senso e crede in un'autosalvezza senza l'aiuto di Dio. S.Paolo fece esperienza del peccato e raccontò così la sua lotta interiore: " Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato. Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona; quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me " (Rom 7,14-17). Ignazio ci conduce allora ad esaminare la nostra vita e attraverso una purificazione dal male ci fa giungere ad una nuova tappa che è necessaria perchè il male non ha l'ultima parola nella nostra vita ma è stato sconfitto dal bene. La seconda settimana è incentrata sulla conoscenza della Persona di Cristo. Dopo aver meditato il "disordine" del peccato Ignazio ci mostra l' "Ordine". Nella disperazione ecco la speranza: Gesù Cristo. " In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati " (At 4,12). I verbi chiave di Ignazio sono conoscere, amare e seguire . "... conoscere intimamente in che modo il Figlio di Dio si è fatto uomo per me, affinché lo ami con più ardore e quindi lo segua con più fedelta" (ES 104). Per me : é centrale in Ignazio questa sottolineatura. Conoscere intimamente Colui che si è fatto uomo per me. Amarlo con ardore e con tutto me stesso. Seguirlo, perchè se lui ha dato tutto, consumandosi sulla croce, anch'io devo spendere la mia vita per Lui. E' in questa settimana che si compie un discernimento sugli stati di vita e sulla "elezione": dove Dio mi vuole? qual'é la Sua volontà e cosa vuole che io faccia per Lui? E' un itinerario logico per Ignazio: come si fa a non seguire un Re eterno che ha dato tutto per me e che mi chiama al suo servizio? Gesù Cristo è il Principio e il Fondamento dell'esistenza. Tutto è fatto in Lui grazie a Lui e per Lui. La terza settimana è la settimana della Passione. Così Pietro Schiavone sj descrive l'itinerario ignaziano: "La prima settimana corrisponde alla cosìddetta vita purgativa , la seconda alla vita illuminativa , la terza e la quarta alla vita unitiva . Non basta seguire Gesù, non basta assimilarne la dottrina; è necessario lasciarsi "conquistare" (Fil 3,12) da Lui, lasciarsi "avvincere" dallo Spirito (At 20,22), per consentire il processo di identificazione che porta a vivere totalmente "per Dio, in Cristo Gesù" (Rm 6,11)...[...]. E' il mecum del Regno che deve essere evidenziato e vissuto fino in fondo: "Chi vuol venire con me , deve lavorare con me perché, seguendo mi nella sofferenza, mi segua anche nella gloria" (ES 95)" (S.Ignazio di Lojola, Esercizi Spirituali , a cura di Pietro Schiavone sj., ed. s.Paolo, Cinisello Balsamo 1996 10° ed.). La contemplazione della croce è contemplazione dell'amore di Dio che mostra il suo vero volto di Padre sacrificando il Figlio Unigenito: " Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16). La quarta settimana è l'unione con il Cristo glorioso. La terza e la quarta sono indissolubilmente unite. Non possono sussistere l'una senza l'altra. La contemplazione della Resurrezione è il punto d'arrivo dell'itinerario ignaziano. Infatti il santo spagnolo ci indica di chiedere la grazia di "rallegrarmi e godere intensamente per la grande gloria e gioia di Cristo nostro Signore" (ES 221). L'ultima contemplazione, suggello degli ES, è quella per ottenere l'amore di Dio. L'amore, dice Ignazio seguendo la Sacra Scrittura, si mostra più dai fatti che dalle parole; è dare più che ricevere. L'amore è il fine di tutto ed Ignazio, che usa poco questa parola per non sprecarla, vuole farci comprendere quale grande amore Dio ha per ciascuno di noi. Dio ci ama in maniera infinita personalmente, come se fossimo gli unici ad esistere sulla terra: questa è la scoperta a cui vuole farci pervenire s.Ignazio.

Metodo In Cinque Giorni

Il mese ignaziano è impegnativo. Soprattutto oggi con il tipo di vita che viene condotta dalla maggior parte delle persone. Un Padre gesuita di questo secolo, Francesco da Paola Vallet, riuscì genialmente a condensare l'essenziale degli esercizi in cinque giorni. Quattro settimane racchiuse in un tale periodo di tempo. Per tutti, quindi, sono diventati accessibili. Indispensabili sono il silenzio e un luogo adatto alla contemplazione per restare in preghiera con il Signore. Gli ES sono fondamentalmente una scuola di preghiera: si sono contati più di dieci metodi di preghiera all'interno degli ES. Ma per pregare occorre silenzio e ascolto della Parola di Dio. Inoltre non bisogna "tradire" Ignazio togliendo parti essenziali del metodo. Anche nei cinque giorni ci sono dei capisaldi come gli esercizi di purificazione della prima settimana che sfociano nel Sacramento della Confessione, l'esercizio della " Considerazione della regalità di Cristo e la sua chiamata " all'inizio della seconda settimana, " i due stendardi " e l' " elezione " entrambe sempre nella seconda settimana e il mistero centrale della nostra fede cioé Passione e Resurrezione . Eliminare queste meditazioni significa non aver compreso lo spirito di Ignazio. Certo si possono usare esempi e parole più comprensibili per l'uomo moderno ma senza cambiare la sostanza del metodo. E' fondamentale comunque lasciare la struttura delle quattro settimane.

Conclusione

Dalla lettera di Paolo VI al Cardinale Richard Cushing in occasione della conferenza di Boston (Roma, 25 luglio 1966): "Fra i parecchi metodi lodevoli per dare esercizi ai laici, quello basato sugli Esercizi spirituali di S.Ignazio di Lojola, fin dall'approvazione data da Paolo III nel 1548, è il più largamente usato. I direttori di ritiri, d'altronde, non devono mai cessare di approfondire l'efficacia delle ricchezze dottrinali e spirituali del testo ignaziano e di esprimere queste ricchezze secondo la teologia del C.V.II. Il ritiro non deve divenire uno studio dei documenti conciliari; il direttore deve, però, presentare i temi degli Esercizi, qualunque sia il metodo di cui si serve, in un contesto teologico familiare ai laici di oggi. Sarebbe tuttavia un errore diluire il ritiro degli esercizi con innovazioni che, per quanto buone in se stesse, riducessero l'efficacia del ritiro chiuso. Queste iniziaive - come: attività di gruppo, discussioni religiose e ricerche di sociologia religiosa - hanno il loro posto nella chiesa, ma il loro posto non è il ritiro chiuso, nel quale l'anima, sola con Dio, riceve generosamente l'incontro con lui, ed è da lui meravigliosamente illuminata e fortificata".

Don Giovanni Poggiali.

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Presentazione degli esercizi di Sant'Ignazio

Gesù ha detto che senza di Lui non possiamo fare nulla perciò la cosa migliore per noi è accoglierLo come nostro maestro, quindi cercarLo e iniziare un dialogo con Esso affinché sia proprio Lui a guidarci in ogni cosa. Anche all'inizio della straordinaria avventura di San Francesco c'è stato un colloquio con Gesù avvenuto mentre Francesco pregava in San Damiano: "Ricostruisci la mia chiesa" fu il comando che il poverello d'Assisi ricevette e che segnò l'iniziò della sua intensa attività. Dopo quel colloquio ne seguirono altri dai quali Francesco trasse grande gioia e preziose indicazioni sul da farsi, perché solo Dio è in grado di guidare ogni uomo verso ciò che è bene per lui orientandolo verso cose grandi e adatte alle proprie attitudini. Per fare qualcosa di buono nella vita e avere successo non è necessario ricorrere a particolari artifici, occorre piuttosto cercare il progetto che Dio ha già fatto per ciascuno di noi, poi trovarlo e realizzarlo. Quando Dio ci ha creato nell'assegnarci le nostre qualità e attitudini ha pensato anche al modo migliore in cui noi possiamo usarle, cioè ha predisposto in che modo possiamo realizzarci al meglio con i doni che abbiamo e con le grazie che Lui ci darà giorno per giorno. Sì, proprio le grazie…, ci sono assolutamente indispensabili perché senza di esse tutto ci andrebbe storto, Dio le conosce già in anticipo e perciò è in grado di formulare sulla nostra vita il progetto più adatto affinché possiamo salvarci col miglior profitto e godere in paradiso di una felicità la più grande possibile. Tra tutti i modi possibili in cui possiamo costruire la nostra vita ci conviene scegliere il progetto che Dio ha scelto per noi. Questo progetto può essere scoperto anche da noi e attuato con successo. Può darsi che ci sembri strano, o che contenga qualcosa che noi non desideriamo e che non riteniamo adatto a noi, ma se è Dio che lo ha scelto, certamente può essere attuato con successo e accadrà persino che ci piaccia, purchè siamo disposti a cercarlo con impegno ed ad attuarlo con dedizione. E come trovare questo progetto? Certamente domandando a Dio che ce lo riveli: trovare il progetto di Dio è una delle due priorità della vita, l'altra è realizzarlo. E se mi sembra di non aver ricevuto alcuna risposta da Dio? Oppure non sono sicuro di aver capito ciò che Lui mi ha detto? Occorre che trovi un buon metodo per comunicare con Dio perché non posso fare a meno di conoscere il Suo progetto su di me. Se conoscere il progetto di Dio su di me è una priorità irrinunciabile quanto è giusto che io investa per cercare di conoscerlo? Poco? Molto? Moltissimo? Diciamo che non c'è un limite; finché non ho trovato questo progetto spendere ogni energia nella sua ricerca non è troppo e impiegare sei giorni per fare gli esercizi spirituali di Sant'Ignazio sono, in fin dei conti, ben poco di fronte all'urgenza del problema della mia vita. Gli esercizi spirituali di Sant'Ignazio sono un modo per conoscere Dio in modo pratico dalla riuscita pressoché certa; sono un cammino costituito da una serie di tappe attraverso cui è possibile giungere ad un contatto intimo con Dio e con le Sue Grazie presenti nella nostra vita. Non richiedono un livello di cultura particolarmente elevato né una preparazione specifica ma solo la voglia di farli. Ideati da Sant'Ignazio di Lojola (1491-1556) intorno al 1530 questi esercizi consentono di ripetere a grandi linee l'esperienza mistica di Ignazio acquisendo familiarità con i misteri della fede cristiana al punto da scorgerne la presenza nella propria vita. Diventa così possibile scoprire le tracce del progetto che Dio ha fatto per ciascuno di noi e trovare le motivazioni per attuarlo. L'efficacia degli esercizi ignaziani ha permesso la straordinaria diffusione dell'ordine dei gesuiti in tutto il mondo al punto che i papi, compreso l'attuale, hanno raccomandati gli esercizi con oltre 600 pronunciamenti del loro magistero. Nati originariamente come cammino della durata di un mese gli esercizi sono proposti anche come itinerario di lunghezza inferiore in parecchie varianti. Lo schema da noi adottato, di sei giorni, è stato elaborato dal padre Francesco Da Paola Vallet (1883-1947) ed è impiegato con successo da circa 70 anni.

Don Marco Giuntini

 

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